I programmi della NASA per l'esplorazione spaziale prevedono il ritorno sulla Luna con l’obiettivo di stabilirvi una presenza stabile. Questo programma include non solo l’atterraggio di nuove missioni sul suolo lunare, ma anche la creazione di un avamposto orbitale che fungerà da base di lancio verso destinazioni più lontane all'interno del sistema solare, come Marte. Nonostante siano trascorsi oltre 50 anni dal volo storico di Yuri Gagarin, molti programmi spaziali sembrano però ancora confinati nella bassa orbita terrestre.
Quali ostacoli devono essere superati per permettere alle missioni umane di raggiungere le frontiere del sistema solare? Tra le principali sfide ancora irrisolte c’è la gestione dell’esposizione alle radiazioni spaziali. Lontano dalla magnetosfera protettiva della Terra, gli astronauti sono vulnerabili all’esposizione costante ai raggi cosmici galattici a bassa intensità e alle improvvise tempeste solari, eventi che rappresentano rischi significativi per la loro salute.
Gli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale possono ricevere fino a 60 volte la dose di radiazione naturale rispetto a quella sulla Terra. In un ipotetico viaggio triennale verso Marte, questa esposizione salirebbe a circa 500 volte la dose naturale. Per il successo di tali missioni è quindi indispensabile sviluppare misure efficaci per ridurre i rischi per la salute e mettere a punto contromisure che tutelino il benessere degli astronauti.
Tra le possibili soluzioni in fase di studio vi sono anche contromisure di tipo biologico, che, per quanto all’apparenza fantascientifiche, mirano a consentire la permanenza degli astronauti nello spazio a lungo termine e in sicurezza.
Bio Francesca Antonelli
Francesca Antonelli è ricercatrice presso la Divisione di Biotecnologie dell'ENEA dal dicembre 2012. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze Biologiche presso l'Università "La Sapienza" di Roma nel 1998, ha completato il dottorato di ricerca in radiobiologia presso l'Università di "Roma Tre". Subito dopo la laurea, ha svolto attività di ricerca presso l'“Unità di Biofisica delle Radiazioni Ionizzanti” dell'Istituto Superiore di Sanità di Roma. Nello stesso periodo ha svolto ricerche come visitor researcher presso il Lawrence Berkeley National Laboratory a Berkeley, USA, il Brookhaven National Laboratory di New York, USA, e al National Institute of Radiological Sciences di Chiba, Giappone, dove ha svolto ricerche sulla biofisica delle radiazioni ionizzanti, la radioterapia con particelle cariche e gli effetti della radiazione cosmica.
Presso l'ENEA, il programma di ricerca è focalizzato sugli effetti delle radiazioni ionizzanti sulla salute umana, e in particolare sul sistema nervoso centrale, attraverso l'uso di modelli sperimentali sia animali che cellulari.
Francesca fa parte da anni della Società Italiana per le Ricerche sulle Radiazioni, di cui è stata anche membro del Consiglio Direttivo, ed attualmente è membro del working group della Strategic Research Agenda di MELODI, la piattaforma europea che si occupa degli effetti delle basse dosi di radiazioni sulla salute.
Attualmente è coinvolta in diversi progetti di ricerca europei (Horizon 2020) e dell’Agenzia Spaziale Italiana.