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seminario: Editoria scientifica, Dr. Domenico Fiormonte, ricercatore presso l'Università di Roma Tre

6 nov 2024 ore 15.00, Aula Magna

Quale futuro pubblicazioni scientifiche e ricerca? Dai monopoli della conoscenza al ruolo delle piattaforme digitali e dell’IA
What future for scientific publications and research? From knowledge monopolies to the role of digital platforms and AI
Domenico Fiormonte
University of Roma Tre, Department of Humanities
domenico.fiormonte@uniroma3.it
Sommario IT
La pubblicazione scientifica come la si intende in epoca moderna, ovvero diffusione di saperi e conoscenze per mezzo della forma a stampa, nasce nella seconda metà del ‘600 e rimane sostanzialmente invariata per quattro secoli. La digitalizzazione iniziata nei primi anni 2000, pur trasformando la produzione e incrementando la concentrazione di potere dei grandi monopoli editoriali, non cambia l’assetto epistemologico che era rimasto stabile dai tempi di Newton: ovvero l’esistenza di un autore, di un medium di diffusione e dei lettori o “pari” che ne valutano la qualità e la validità scientifica. Questo assetto plurisecolare è stato stravolto da due fattori: il processo di piattaformizzazione della conoscenza e più recentemente l’avvento dell’IA. Il business principale degli editori oggi, infatti, non è più il pur lucroso business degli abbonamenti, ma la raccolta di ogni traccia lasciata dal nostro passaggio sulle varie piattaforme (come quelle acquisite da Elsevier: Mendeley, SSRN, bepress, ecc.): si va dalla consultazione e lettura di una fonte (articolo, libro, ecc.) alla costruzione di un esperimento, dalla diffusione sui social fino alla ricerca di risorse finanziarie e di un posto di lavoro... Questo sistema di controllo (e quindi indirizzo) della ricerca in ogni sua fase, definito da alcuni “surveillance publishing”, viene potenziato dall’IA, poiché le grandi multinazionali editoriali, che traggono ormai i maggiori profitti dal brokeraggio dei dati, puntano alla realizzazione di propri strumenti di IA. Tali nuovi prodotti, con grande probabilità, alimenteranno il mercato educational, quindi sia l’offerta di strumenti didattici (affiancamento/sostituzione della docenza), sia di strumenti di ricerca e scrittura dei contenuti, come denunciato ultimamente, fra gli altri, da Nature. Nel mio intervento cercherò di approfondire gli aspetti qui brevemente tratteggiati, illustrando esempi e proponendo anche strategie di resistenza e di contrasto all’ “obsolescenza programmata” di ricercatori, docenti e università.
Abstract EN
Scientific publication as we understand it in the modern era, that is, dissemination of knowledge in printed form, was born in the second half of the 1600s and remained essentially unchanged for four centuries. The digitization that began in the early 2000s, while transforming production an increasing the concentration of power of large publishing monopolies, did not change the epistemological structure that had remained stable since Newton’s time: that is, the existence of an author, a medium of dissemination, and readers or “peers” who evaluate its quality and scientific validity. This centuries-old framework has been disrupted by two factors: the process of knowledge platformization and more recently the advent of AI. Indeed, the main business of publishers today is no longer the still lucrative business of subscriptions, but the collection of every trace left by our passage on the various platforms (such as those acquired by Elsevier: Mendeley, SSRN, bepress, ecc.): ranging from consulting and reading a source (article, book, etc.) to the development of an experiment, from the search for financial resources to academic job searching, etc. This system of control (and therefore direction) of research, known also as “surveillance publishing,” is being enhanced by AI, as the large publishing multinationals, which now derive the greatest profits from data brokerage, aim at the implementation of their own AI tools which, will eventually feed the Ed-  Tech market, through both the supply of teaching tools (alternative or replacement of traditional teaching) and research and writing tools, as denounced recently by Nature, among others. In my talk I will try to elaborate on the aspects briefly outlined here, illustrating examples, but also proposing strategies for resisting and countering the “planned obsolescence” of researchers, faculty and universities as a whole.
 

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